Il tema dei near miss, o mancati infortuni, assume oggi un ruolo centrale nella strategia di prevenzione aziendale. Con l’entrata in vigore del Decreto-Legge n. 159/2025, pubblicato il 31 ottobre 2025, il legislatore introduce un nuovo paradigma di gestione della sicurezza sul lavoro, che punta non solo a rafforzare il sistema sanzionatorio e di controllo, ma anche a valorizzare le condotte virtuose e a promuovere la digitalizzazione dei processi.
Quale novità viene introdotta per le aziende
La principale novità riguarda l’obbligo, per le imprese con più di 15 dipendenti, di identificare, tracciare e analizzare i mancati infortuni. Si tratta di eventi che non hanno causato danni, ma che avrebbero potuto generare un infortunio. Il loro monitoraggio consente di individuare criticità e prevenire incidenti più gravi, trasformando ogni “quasi incidente” in un’opportunità di apprendimento.
Il decreto prevede inoltre che:
- Il Ministero del Lavoro, di concerto con l’INAIL, emani entro sei mesi delle linee guida per la gestione dei near miss.
- Con successivo decreto ministeriale saranno definite le modalità operative per:
- la comunicazione dei dati aggregati sugli eventi segnalati;
- le azioni correttive e preventive adottate dalle imprese;
- i criteri per la predisposizione di un rapporto nazionale di monitoraggio, utile anche per orientare interventi formativi e supporto tecnico.
Questa impostazione segna un cambio di prospettiva: non più solo interventi post-infortunio, ma un approccio proattivo alla sicurezza.
Ma cosa è un near miss?
Un near miss (o “mancato infortunio”) è un evento imprevisto che non ha causato danni a persone, cose o ambiente, ma che avrebbe potuto farlo se si fossero verificate condizioni leggermente diverse. È un segnale di rischio che, se analizzato, consente di prevenire incidenti più gravi. Qualche esempio pratico:
- Un lavoratore scivola su un pavimento bagnato ma riesce a non farsi male.
- Un utensile cade da un’altezza, ma non colpisce nessuno.
- Un carrello elevatore urta una scaffalatura senza provocare crolli.
Sono tutte situazioni che possono verificarsi nella quotidianità ma proprio perché non provocano danni , per poterle rilevare, è fondamentale che tutto il personale sia formato a riconoscerle e a riportarle.
Cosa devono fare le imprese?
In attesa delle linee guida ufficiali, le aziende interessate dovrebbero iniziare a strutturare un sistema interno di gestione dei mancati infortuni. Le azioni consigliate includono:
- Definire un processo di segnalazione chiaro e accessibile a tutti i lavoratori.
- Formare il personale nel riconoscere i near miss e nel riportare le informazioni necessarie
- Identificare le tipologie di near miss più frequenti, in base ai rischi specifici del settore.
- Analizzare ogni evento: cosa è accaduto, perché non si è verificato il danno e quali misure preventive adottare.
- Raccogliere e aggregare i dati per monitorare trend e criticità.
- Aggiornare la formazione e sensibilizzare i dipendenti sull’importanza della segnalazione.
- Valutare l’adozione di modelli di gestione certificati, che facilitano la compliance normativa.
E chi deve essere coinvolto in questo processo? Le classiche figure che hanno delle responsabilità in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro:
- Lavoratori: per la segnalazione.
- Preposti e RSPP: per la raccolta e analisi.
- Datore di lavoro: per approvare le misure.
- Medico competente, se il near miss riguarda rischi sanitari.